Presentazione
Forme geometriche primarie, diventano volumi nello spazio interagendo con l'ambiente circostante, dando vita a figure latenti, in cui il vuoto interagisce con i pieni creando una zona di interscambio tra spazi reali e spazi immateriali.
Nel secondo ciclo di lavori, chiamati spazi latenti, ho dato caratteristiche diverse rispetto alla prima produzione degli anni '90, spazi virtuali.
I primi erano stati impostati sulla rotazione delle figure e sulla dinamicità dell'opera, gli ultimi sono più stabili e minimali, i lati colorati sono il nuovo apporto che evidenziano un effetto di volume, di profondità e di diffusione del colore sulla parete, le diverse dimensioni delle opere sono legate da un rapporto matematico che consente di stabilire delle proporzioni relazionate nello spazio architettonico.
Il rapporto tra lo spazio all'interno dell'opera e lo spazio circostante, il vuoto della parete in rapporto al pieno dell'oggetto, l'organizzazione e la relazione tra le forme, sono fattori che indirizzano lo sguardo e veicolano il pensiero a cercare il significato dell'opera, non solo in chi crea, ma anche in chi guarda.
L'esperienza della ricerca in bianco e nero degli anni 2000-2014, ha rafforzato ulteriormente la mia consapevolezza dell'interazione dell'opera nello spazio architettonico come un sistema unitario e non come un insieme di elementi isolati. Il tutto è più della somma delle singole parti.
Le unità con forme diverse a confronto, le interazioni tra esse e il loro migrare in linea continua, mi hanno svelato un modo di guardare all'installazione come ad un insieme che si sviluppa e si trasforma nello spazio. Fare esperienza dello spazio percorrendolo, è diverso che guardare all'opera da un punto di stazione fisso, percorrere lo spazio vuol dire coinvolgere la mente attraverso sensi diversi: visivo, tattile e motorio, lo spazio si genera da percezioni sensoriali diverse in ciascuno di noi. Uno spazio inteso come esperienza fisica e di riflessione.